Tecnica

Speciale Telaio e Misure

di Stefano Orazzini

ALTEZZA DI SELLA #1

L'altezza di sella, ovvero la misura che va dal bordo superiore del centro anatomico di sella al centro del movimento centrale, è una quota da scegliere con molta attenzione, dal momento che condizionerà la dinamica della pedalata e l'estensione degli arti inferiori.

Scegliere la misura giusta del telaio serve ad evitare errori grossolani e aiuta a trovare la posizione ideale ma da sola non basta; una volta individuata la quota-piantone, è necessario collocare la sella all'altezza esatta, in proporzione alla misura del cavallo e al tipo di pedalata che si vuole ottenere.

Dal momento che l'escursione verticale del reggisella può essere notevole, determinare l'altezza di sella diventa un'esigenza primaria rispetto a tutte le altre misurazioni; un telaio non perfettamente dimensionato può essere adattato alle quote antropometriche del ciclista agendo proprio sull'altezza di sella.

L'altezza di sella rappresenta quindi una quota fissa alla quale il ciclista dovrà fare sempre riferimento per adattare alle proprie misure qualunque tipo di telaio sia esso della "taglia" giusta che sovra o sotto dimensionato. In pratica un errore di dimensionamento del piantone si può correggere alzando o abbassando la sella, mentre l'altezza di sella non ammette errori.

Ne risentirebbe l'efficienza del ciclista sul mezzo con conseguenze indesiderate come infortuni ai legamenti, dolori muscolari e articolari, oltre al fatto di dover fare i conti con una pedalata inefficace e affaticante.

La tesi più accreditata e utilizzata per il calcolo dell'altezza di sella è di tipo matematico e venne formulata negli anni ottanta dal campione francese Bernard Hinault nel libro Ciclismo su strada (1990 Sperling & Kupfer) .

Hinault fissava il rapporto tra cavallo e altezza di sella con un coefficiente di 0,885, ovvero, per un ipotetico cavallo di 100 cm si deve collocare la sella a 88,5 cm dal movimento centrale.

Prima della diffusione di questo metodo, la sella veniva posta in modo che il ciclista seduto toccasse entrambe le punte dei piedi a terra oppure si sistemava la pedivella in posizione di prolungamento del tubo piantone e, con il tallone sul pedale, si tendeva la gamba per la sua massima estensione e si fissava la sella all'altezza ottenuta.

Il rapporto "cavallo-altezza sella" che suggerisce Hinault, unito come vedremo in seguito all'inclinazione del piantone, è il risultato di numerosi studi biomeccanici e rappresenta il miglior compromesso tra comodità ed efficienza; gli angoli di lavoro degli arti inferiori che ne derivano, permettono al ciclista di compiere una pedalata equilibrata e ben distribuita, senza far soffrire muscoli e legamenti nei punti più critici del gesto ciclistico, ovvero i passaggi del pedale nei "punti morti" superiore (pms) e inferiore (pmi), dove la spinta diventa praticamente nulla.

Quindi, meno il pedale si sofferma sul pms e il pmi e più la pedalata risulta "rotonda" ed efficiente.

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