Tecnica

I Materiali del Telaio: il Titanio

di Stefano Orazzini

Il titanio, scoperto nel 1790 da William Gregor, è entrato a far parte dei metalli da telaio da poco più di trent’anni, ma non ha mai conosciuto un periodo di vero splendore, pur avendo proprietà meccaniche di tutto rispetto. Quali sono i motivi di questo mancato successo. Primo fra tutti: il costo proibitivo.

Premettiamo innanzitutto che, a differenza di quanto si possa credere, il titanio non è poi così raro da trovare; risulta infatti il quarto materiale più abbondante nella crosta terrestre.

Perché allora quando si parla di titanio, sia per un qualsiasi componente ciclistico, che per un orologio o un paio di occhiali, il prezzo sale alle stelle ?

Il motivo risiede nella complessa e costosa operazione di estrazione-produzione che il titanio richiede, prima di diventare un materiale lavorabile. Un'operazione che quindi determina il prezzo di mercato del titanio e lo rende poco competitivo a confronto di acciaio e alluminio.
In natura infatti il titanio si trova allo stato puro sottoforma di biossido ed è chiamato "rutile".

Al biossido vengono tolte le impurità mediante un processo elettrolitico e quindi, attraverso un procedimento sottovuoto, estratti ossigeno e idrogeno; si forma a questo punto la cosiddetta "spugna" di titanio che, attraverso un ulteriore processo di fusione e sottoposta a forte pressione, viene trasformata in titanio grezzo in forme di lingotti e billette, pronto ad essere trasformato tramite estrusione, forgiatura e laminazione in semilavorati quali tubi, laminati, barre ...

Un telaio in titanio viene purtroppo a costare quasi il doppio di una struttura in acciaio o alluminio e per giustificare una spesa maggiore per il consumatore occorre che i vantaggi siano evidenti. Vediamo in che cosa eccelle il titanio.

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